Pianta Museo del Vetro - Legenda
L’industria del vetro e gli effetti indotti nell’organizzazione economico-sociale e nel tessuto urbano, rappresentano il filo conduttore del percorso museografico, che intende evocare i momenti cruciali della storia del vetro empolese.
I luoghi del lavoro e le fasi di lavorazione dei materiali costituiscono altrettante tappe di avvicinamento ai differenti settori della produzione vetraria. Attraverso un’analisi ravvicinata  degli oggetti di uso comune (bottiglia, fiasco, damigiana) è definita la specificità dell'impianto museologico. Sono gli oggetti a divenire i protagonisti di percorsi museali paralleli, in cui la storia del prodotto vetrario si inserisce profondamente nella storia collettiva. Quegli oggetti che hanno popolato case, cucine,  tavole, cantine hanno caratterizzato costumi e abitudini del quotidiano e agevolato il sistema di trasporto e di conservazione del vino e dell’olio, principali prodotti dell’economia agricola toscana.
Si tratta dunque di un museo di narrazione, incentrato sulla eccezionalità di una produzione diffusa e rinnovata nel tempo da competenze e creatività che hanno saputo rispondere ai mutamenti del gusto.
Luogo della memoria e del lavoro, il Museo del vetro intende anche contribuire alla valorizzazione della produzione vetraria ancora presente sul territorio.

Panorama 3D Museo del Vetro Empoli Panorama 3D interno MUVE

La storia del vetro a Empoli
La produzione del vetro, sebbene già presente a Empoli nel XV secolo, ha un notevole impulso nella seconda metà del Settecento, quando Domenico Lorenzo Levantini inizia a produrre maiolica e vetro in prossimità di Porta Pisana. Proprio in questa fornace Francesco Del Vivo e Michele Ristori  impianteranno una vetreria attiva dal 1830 al 1984.
Le vetrine del piano terra presentano un percorso che, attraverso oggetti di uso comune (fiaschi, damigiane, bottiglie e oggetti di “bufferia”), strumenti di lavoro,  documenti, fotografie e immagini pubblicitarie, illustra i cambiamenti intervenuti nella produzione del vetro empolese: dal lavoro manuale alla lavorazione semiautomatica o completamente meccanizzata.

Il vetro artistico
La lavorazione del vetro artistico e il vetro verde di Empoli: un felice connubio da cui nasce una delle più originali espressioni dell’artigianato artistico italiano degli anni Trenta del ‘900. Una produzione ampia e articolata composta di servizi per la tavola e di oggetti per l’arredamento capace di portare una ventata di assoluta contemporaneità nella casa moderna. L’originalità del vetro verde di Empoli nelle sue forme artistiche continua a caratterizzare la produzione vetraria empolese dagli anni ’50 agli anni ’70 del secolo scorso con i “classici” dell’ormai noto repertorio affiancati da modelli nuovi.
Negli stessi anni la produzione del vetro colorato s’innesta nel panorama vetrario empolese. Calici e bicchieri, servizi e oggettistica varia in vetro bianco e colorato e in cristallo sono la pronta risposta  delle vetrerie alle crescenti richieste dei clienti italiani e stranieri. La decorazione artistica del vetro - dipinta o incisa – sempre più presente nella vetraria empolese assume, negli stessi anni, un ruolo di primaria importanza

I luoghi del lavoro e i mestieri
L’apparato multimediale e fotografico dislocato nel museo è dedicato alle varie fasi del processo produttivo che, con le sue suggestioni visive e sonore, coinvolge il visitatore nell’ambiente di lavoro, dove le conoscenze tecniche si fondono con l’esperienza e la creatività dei maestri vetrai.
L’industria del vetro ha segnato fortemente l’identità di Empoli sul piano dell’assetto urbanistico e dello sviluppo economico locale. Le fabbriche infatti assorbivano al proprio interno gran parte della forza lavoro per la produzione del vetro e le seconde lavorazioni, mentre la vestizione di fiaschi e oggetti di “bufferia”, svolta a domicilio dalle  “fiascaie”, rappresentava una considerevole risorsa occupazionale per migliaia di donne.
La proiezione di un documentario realizzato nel 1958 dal grande documentarista fiorentino Lionetto Fabbri, dal titolo Vetro verde accompagna il visitatore durante tutto il percorso espositivo.